Fonte: www.sutorbasket.it
Nessuna grande partita si è mai vinta accusando il compagno di sbagliare e ve lo dice chi lo ha sperimentato sulla propria pelle
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Sandro Santoro |
Ultimamente è come essere
attanagliati dall’indifferenza. Senza voler andare troppo a ritroso mi
basta ricordare l'appello di Daniele
Cinciarini della scorsa settimana. Il Capitano chiama a raccolta tutti e,
anche in questo caso, qualcuno, più di uno, è mancato a conferma che una
tra le cause della fine di un amore è l’indifferenza, certamente di una parte.
E vorrei far notare che non ho parlato della causa ma di una delle cause.
Fatto molto singolare, proprio
perché la Sutor non è in cima ai pensieri di tanti che in passato hanno
valutato l’opportunità di amarla, è quello di aver deciso di presentare a Montegranaro
una lista elettorale in concomitanza della partita di domenica scorsa. Sono
convinto che sia stato fatto in modo assolutamente involontario, non so
neppure quanta gente ci fosse, ma il solo fatto di non averci pensato, o
di averci pensato dopo, è la risposta alle certezze che ho maturato.
E non si azzardi nessuno ad
attribuirmi alcun tipo di strumentalizzazione politica. Non intendo farmi
trascinare in alcuna bagare elettorale né intendo che venga
trascinata dentro un dibattito politico la Sutor, che ricorso è la
stessa che con i suoi giocatori ha anche partecipato alle Feste dell’Unità che
si sono svolte a Montegranaro per il piacere di esserci a prescindere,
consapevole di essere patrimonio di tutti coloro che la amano senza
distinzione di colore politico e senza condizioni o preclusioni.
In un momento così delicato, in
cui si dovrebbe fare fronte comune, mi capita anche di leggere su
qualche social network che c'è chi si chiede “da quanti anni la Sutor
e senza primo, secondo e terzo sponsor … e perché”. Vorrei intanto premettere
che alla Sutor manca il primo sponsor da due anni ma sul secondo e il terzo mi
preme fornire qualche numero. Abbiamo
più di 80 aziende che ci sostengono e questo mi sento di dire che vale
molto di più del secondo, terzo sponsor e forse compensa, almeno in parte,
l’assenza del primo.
Ma, proprio perché è bene che
ognuno si assuma le sue di responsabilità, si potrebbe anche dire che
l’opportunità di un’azienda ad investire o meno dipende anche dal seguito e
dall’interesse che c’è attorno ad una realtà sportiva come la Sutor. Per cui,
per la prossima partita di domenica prossima contro Avellino, consiglio di
acquistare il biglietto e di venire a sostenerci perché c’è bisogno della
presenza fisica ancor più in questo momento di difficoltà. Ognuno giustamente
deve fare il suo mestiere ma questo è uno di quei casi dove i risultati
dipendono anche da modi e gradi di partecipazione. Sarebbe un aiuto per capire
se siamo in grado di fare il nostro di mestiere.
Ironizzare poi sulle
disavventure della Sutor, come qualcun altro fa da qualche blog,
direttamente o indirettamente non aiuterà nessuno anzi probabilmente sarebbe
più costruttivo, anziché l'essere banalmente provocatorio, invitare tutti
coloro che sono attivi politicamente sul territorio in questo momento a
partecipare. A tal proposito avrei io una proposta da fare ad aspiranti
sindaci, aspiranti amministratori, esponenti politici eletti e non: venite alla partita di domenica prossima
con Avellino, la Sutor si gioca la salvezza ed il suo futuro ma veniteci tutti
e coinvolgete tutti quelli che potete.
Certo, potrebbe anche non servire
alla causa o al risultato finale ma una cosa però la si può fare: PARTECIPARE. Lo dico perché ho sempre
pensato che ad una tragedia, se pur solo sportiva, si partecipa. Una commedia
la si guarda soltanto e, molto spesso, da lontano molto lontano.
Sono mesi che lavoriamo assiduamente
per aiutare la Sutor. Abbiamo sacrificato soldi, affetti e carriere per
perseguire il nostro obiettivo. Abbiamo bussato ad ogni porta e di più non
sappiamo cosa si possa fare. Quel che però fa più male e che ci consegna
la massima frustrazione è sentirsi dire: "Io lo farei, ma ormai
si sono tirati indietro anche loro ... ma perché i soldi non li vai a chiedere
a Tizio o a Caio, lui si che può ... eh, ma dove sono i tifosi, gli
imprenditori? … ma la proprietà cosa fa?". Il risultato è un ambiente disgregato ed in perenne conflitto
dove a dominare è l'ipocrisia di chi preferisce non fare o fare soltanto dopo
che avrà fatto l'altro, anche se poi in cuor suo sa che, forse, è soltanto un alibi per non fare la propria
parte.
Dovremmo forse tutti parlare di
meno e fare di più. Ripartire da noi stessi e fare ognuno, per quel che
possiamo, la nostra parte. Anche un biglietto di 10 o 15 euro può aiutare
la Sutor, anche un contributo di 100 euro può aiutare la Sutor, anche
comprare un cappellino in più o una felpa può aiutare la Sutor, anche uno
sforzo in più degli sponsor che hanno già versato decine di migliaia di euro.
Tutto può essere importante purché lo si voglia. Questa dovrebbe essere la
domanda da porsi, lo si vuole o non si può? Bisogna però guardarsi allo
specchio prima di rispondere.
Partiamo da noi stessi e non aspettiamo gli altri
perché nessuna grande storia collettiva è stata scritta tirandosi
indietro. Nessuna grande partita si è mai vinta accusando il compagno di
sbagliare e ve lo dice chi lo ha sperimentato sulla propria pelle.
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