15 febbraio 2014

Non importa quello che stai guardando ma quello che riesci a vedere




Cosa accadrà? Ancora 48 ore …

Dino Pizzuti
Una situazione difficile la nostra, una prova davvero impegnativa che non può essere né descritta, né analizzata con leggerezza. A volte si prova ad avere una visione completa delle cose guardandole da diverse angolazioni proprio per avere un quadro chiaro ed una concezione corretta delle cose, ma quant’è difficile?
Siamo partiti a maggio scorso con grande entusiasmo, tutti animati da grandi propositi e altrettante speranze, parlando di un progetto sportivo da sanare e rilanciare, mettendo da parte incomprensioni e dubbi che in ogni momento rischiavano di minare o compromettere l’esito di un qualcosa che volevano tutti: VEDERE UNA SUTOR FELICE E SPENSIERATA. Protagonista di un mondo sportivo che ha reso Montegranaro un posto completo dove poter essere ancora liberi di sognare.
Dino Pizzuti è stato il primo ad esserne convinto ed è stato il primo a lottare per questo obiettivo. Un vero lottatore, uno che la passione per la Sutor l’ha anteposta a qualsiasi forma di soddisfazione proprio perché sapeva di non poterne fare a meno. Sapeva che non era facile ma era convinto che provarci avrebbe dato un senso a quella passione, a quella priorità delle priorità mettendo tutti nelle condizioni che “questa cosa si fa e basta”.
Parlavamo di difficoltà, parlavamo di passione. Due cose che spesso si scontrano con la realtà di questa vita complessa dove tutti hanno torti e ragioni, se pur più o meno importanti. Nessuno è in possesso della scienza perfetta o della ricetta definitiva però partire può far "capire" ed il tempo può dare ragione, o meno, consegnando il verdetto di una cosa sulla quale tutti, e dico tutti, erano consapevoli di doverci provare.
Carlo Recalcati
Nella conferenza stampa di ieri Carlo Recalcati ha voluto precisare che per chi lavora alle dipendenze non è facile fare distinzioni tra le varie componenti della proprietà. La proprietà è una sola per chi lavora, chi è proprietario sa benissimo di rispondere a quelle che sono le normali regole di convivenza e di confronto da cui derivano fatti e responsabilità. Se le cose non hanno funzionato, o non funzionano, non è mai colpa di uno solo ma ognuno lo è per la propria parte ed attraverso questo contribuisce alla soluzione di un problema o al raggiungimento di un obiettivo.
Tutti possono avere ragione e tutti possono avere torto, è solo una questione di percentuali a cui aggiungere cause e conseguenze, due cose divise da una linea così invisibile che spesso rischia di confonderle tra di loro. E’ proprio la capacità di creare questa distinzione che può restituire spazio alla ragione, alle responsabilità ed alla capacità di fare un passo indietro che io considero come un atto di forza più che di debolezza.
Numerosi gli incontri e le riunioni ma se un problema causa molte riunioni, alla lunga le riunioni diventeranno più importanti del problema. E quindi cosa succederà? Questo non lo so ma qualcosa, credetemi, succederà proprio perché accade spesso, proprio perché la vita prevede che accada qualcosa. Sta a noi farla accadere per come vogliamo o quanto più vicino possibile ma se non succederà bisognerà avere la certezza di aver lottato fino in fondo, Dino Pizzuti questo lo ha fatto e non ha nulla per cui nutrire rimpianti.
Recalcati ha avuto ed ha l’onere di dover far funzionare le cose anche nelle difficoltà. Cosa non facile per la quale sei costretto ad inventarti qualcosa che stimoli l’impegno e crei il presupposto per poter guardare oltre l’ostacolo. Unirsi per qualcosa spesso non porta risultati o non ne può generare, unirsi contro qualcuno o le sue parole spesso può ottenere risultati che danno agli stessi problemi quell’angolazione definitiva che restituisce il piacere dello stare assieme  per costruire qualcosa o per valorizzarla.
Recalcati e Pizzuti, due protagonisti che pur con ruoli e responsabilità diversi hanno rappresentato due dei punti di riferimento per poter pensare di riuscire in un’impresa. Ciò che oggi accade, invece, potrebbe essere una strategia intesa come la via del paradosso dove chi è abile si mostra maldestro, chi è utile si mostra inutile, chi è affabile si mostra scostante e chi è scostante si mostra affabile. Purché questo ti faccia raggiungere l’obiettivo e scoprire che si è lottato tutti per la stessa cosa, pur con modi diversi.
Cosa accadrà? Ancora 48 ore …
Sandro Santoro

Nessun commento: