IL CASO
I contratti di pubblicità e sponsorizzazione
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| Il significato di una stretta di mano | 
Si fa presto a dire: sponsorizzazioni. In realtà, dietro a questa che 
sembra la panacea per risolvere i problemi dello sport nazionale ed 
instillarvi trasparenza ed etica si muove una galassia di opportunità, 
dal produci placement nei film o in tv fino al merchandising. «Un 
contratto di nuova generazione è il cosiddetto endorsement', spiega 
Alberto Gambino, docente di diritto privato all'Università Europea di 
Roma, che ha appena pubblicato il manuale giuridico. 
«Si tratta di piccoli accordi economici di solito su 
base locale e perciò più facilmente controllabili come affidabilità da 
tutte le controparti. I palloni da basket, le attrezzature da palestra, 
gli ostacoli di una pista da atletica: tutti si prestano a recare un 
nome di una ditta in vista». Elementi dominanti sono i ragazzi, le 
famiglie, le scuole, in generale lo sport amatoriale. «Anche le
multinazionali - spiega Gambino - si stanno rendendo conto che 
raggiungono un' pubblico molto più vasto se puntano sulle manifestazioni
 di sport giovanile e dilettantistico anziché solo sui grandi eventi 
professionistici. È un bacino di pubblico sconfinato». 
Poi c'è il 
discorso etico: «A parte i controlli sulle controparti pubbliche, c'è un
 altro aspetto. Molte grandi aziende sono circondate da sospetti più o 
meno fondati
per le pratiche sul lavoro, i materiali usati, i criteri di produzione 
magari in Paesi di frontiera. Bene, se accettano di sponsorizzare 
piccole manifestazioni che però sono in grado di attirare l'attenzione 
di un vastissimo pubblico, e nello stesso tempo mettono magari su 
Intemet la documentazione inoppugnabile della correttezza dei loro 
criteri gestionali, si può innescare un circuito virtuoso di sicuro 
vantaggio per tutti».

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