17 novembre 2011

AL VIA LA RIFORMA DEL BASKET ITALIANO

di Giuseppe Mazzone
Fonte: Senzacolonne

Tante le novità in cantiere per il prossimo campionato di pallacanestro. Al varo la nuova convenzione tra Lega A e Federazione

      Meneghin            Renzi            Bonamico
BRINDISI - Voglia di cambiare pagina. La prossima settimana, dopo le riunioni che il presidente della Fip, Dino Meneghin, terrà con Fiba e Fiba Europe, i vertici del basket italiano tome-ranno a sedersi intomo a un tavolo per decidere quale futuro affidare al basket tricolore con il varo della nuova convenzione tra Lega A e Federazione. E' la prima occasione di dialogo dopo la burrasca scatenata dalla questione "wildcard", venti che avevano minacciato anche uno scontro legale duro tra la stessa lega presieduta da Valentino Renzi e la Federazione all'indomani della decisione di riammettere la Reyer Venezia nella massima serie e partorire due campionati azzoppati, con numero di squadre dispari, sia in A sia in Lega Due.
Ora, uno dei noccioli fondamentali della questione è rappresentato dall'eleggibilità dei giocatori nel prossimo campionato, detto in parole povere, le regole per la composizione delle squadre basate sul numero di stranieri utilizzabili in una gara, fino a questo momento legate alle formule 3+2 (tre extra comunitari e due comunitari) o 2+4 (due extra e quattro comunitari). La soluzione su cui si proverà a discutere prevede due nuove possibilità: 3+4 oppure 5+5. La prima (3 americani e 4 stranieri) è quella studiata ad hoc per i club impegnati nelle competizioni europee nelle quali è richiesto un livello qualitativo del roster molto più elevato. La seconda con 5 italiani (numero elevabile anche fino a 7) e 5 stranieri senza limiti di nazionalità potrebbero elevare considerevolmente il tasso del campionato e soprattutto scrivere la parola "fine" sulle "facili" mutazioni dei players americani in europei, con l'acquisizione di un passaporto reperibile senza sforzo, pratica molto diffusa negli ultimi anni e che ha fatto una vittima illustre come Omar Thomas. Su questa prima idea si sono abbattuti gli strali del presidente del Coni, Gianni Petrucci, che in un'intervista aveva espresso, senza peli sulla lingua, tutto il suo disappunto nei confronti della Lega Basket per l'assenza di una programmazione che andasse al di là delle sole problematiche connesse al numero di extracomunitari da schierare in campo. Ecco perché la dichiarazione del capo dello sport italiano, "non concederemo nessun visto straniero in più", era parso come un nuovo aut aut nei confronti del presidente Renzi che a tal proposito, nei giorni scorsi, sulle pagine del quotidiano Tuttosport ha evidenziato l'esistenza di alcuni punti nevralgici su cui è necessario intervenire per provare a svoltare pagina. " Per un cambio di marcia del basket italiano è necessaria la riforma della legge 91 (quella che regola il professionismo sportivo) - ha spiegato Renzi - una riforma dovrebbe partire dalle fondamenta, non dall'attico. Bisogna salvaguardare i club che spendono. Permettere ai giovani che escono dai vivai di crescere e poi tornare, però, nelle categorie giocano poco o per niente. In questo tempo di crisi -ha aggiunto - pensare di bloccare le retrocessioni per un paio d'anni permetterebbe alle società d'investire più serenamente sui vivai. La regola sugli italiani di formazione vige da cinque anni ma non ha prodotto risultati ". L'ultimo punto, infine, è la riorganizzazione dei campionati e la riduzione del numero di squadre professionistiche, un processo che per osmosi riguarderebbe anche la Lega Due, ancora una volta sotto esame, su cui aleggia la possibilità di cancellazione con possibile allargamento della serie A. Accertato il rischio reale, il presidente della seconda lega Nazionale ha giocato d'anticipo istituendo un'apposita commissione che avrà il compito di trasformare le tante idee riguardanti il futuro della Lega Due in proposte concrete. " I costi delle società sono difficilmente sostenibili - ha spiegato Marco Bonamico sulle pagine dello stesso quotidiano - a mio avviso si potrebbero pagare meno i giocatori. Poi si dovrebbero diminuire il numero di squadre considerando campionati nazionali la A, la L2 e la Dna. Tutto il resto deve essere utilizzato per dare spazio ai giovani facendoli maturare. Il blocco delle retrocessioni in Italia sarebbe un errore: lo scambio tra campionati deve restare. Nel 2012 avremo 18 squadre in A, 16 in L2 e 24 in Dna. Troppe. La soluzione, però, non si ottiene cancellandoci. Per il futuro siamo disponibili alla regola di due stranieri senza vincoli di passaporto. Siamo una lega che fa crescere, club, arbitri, allenatori, giocatori. Li prepara al salto verso il vertice. E' un campionato che promuove il basket con un buono spettacolo per chi la serie A non può permettersela". La prossima settimana s'inizierà a scrivere il primo capitolo della nuova era del basket italiano: si spera per il bene del movimento, che idee come la wil-dcard o simili abbiano insegnato la lezione a più di qualcuno.

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